“Non è soltanto bello, il Volterraio: è fascinoso, arcano, potente; vive in un suo segreto profondo, al di sopra delle sventure umane e degli stessi eventi di cui è stato protagonista.”
G. Racheli, Le Isole del Ferro, Mursia 1987
Non ho mai trovato una definizione migliore della solitaria fortezza che domina uno dei golfi più belli del Mediterraneo.
Il Volterraio è saldamente piantato sulla cima di una singolare collina triangolare, ben visibile all’entrata nel porto della città di Portoferraio.
La posizione dominante e strategica, non solo sul golfo del capoluogo, ma rispetto al’intera isola, fa pensare che sia stata una delle postazioni più antiche costruite dall’uomo sull’isola d’Elba. Il suo stesso nome viene fatto derivare da ful-tur, col quale gli Etruschi indicavano gli avvoltoi, anche se la prima notizia storica certa risale al periodo di dominazione della Repubblica Marinara di Pisa, quindi un migliaio d’anni fa. Nei secoli successivi la fortezza è stata ampliata e trasformata, fino ad assumere la severa e compatta struttura d’inespugnabile castello che ci appare oggi.
Gli avvoltoi oggi non ci sono più, al loro posto volteggiano poiane e gheppi in caccia tra i radi e bassi arbusti intorno alle antiche rovine.
Se avete intenzione di vedere da vicino questo che è da considerare un (se non “il”) simbolo dell’isola d’Elba, non avete che da percorrere quaranta minuti d’impervio e ripido sentiero che s’inerpica tra una vegetazione sempre più rada e che nella parte circostante il castello, lascia il posto alla nuda roccia. Voglio dire due parole sulla roccia sulla quale è costruito il Volterraio: si tratta di duro Diaspro, una bellissima roccia sedimentaria formata da strati talvolta incredibilmente piegati dagli impercettibili movimenti tettonici; il colore originario è quasi sempre coperto da colorati licheni arancio o grigi, gli unici vegetali che riescono a colonizzare questa roccia liscia e compatta: avrete certamente l’impressione, e l’emozione, che tra la fortezza e la roccia ci sia un nesso!
Salendo al Volterraio, incontrerete i resti di un primo avamposto, costituito dalle vestigia di spesse mura che originariamente dovevano costituire la difesa avanzata della fortezza, di fianco ai resti delle mura un solido riparo della guarnigione di guardia alle mura, costruita sullo strapiombo che domina un panorama mozzafiato, cui non resisterete ad esprimere la vostra meraviglia. Questa costruzione è censita anche come chiesa di San Leonardo, protettore contro i pirati, il che la dice lunga.
Da questo punto in poi, se riuscite a staccare lo sguardo dallo spettacolo naturale che vi si dispiega intorno, salirete la seconda ed ultima parte del sentiero, quasi libero dalla vegetazione, fin sotto le mura del Volterraio.
Per molti anni è stato lasciato in uno stato d’abbandono e si poteva anche entrare all’interno, sia dalla porta principale, sia percorrendo la buia sortita militare sul fianco settentrionale. Oggi il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha chiuso gli accessi all’interno del castello, sia per evitare atti vandalici com’è successo in passato che per motivi di sicurezza.
La mia opinione è che vale comunque la pena di arrivare fino in cima, sedersi sui fianchi della fortezza, contemplare la vastità dello scenario intorno e la semplice bellezza delle caditoie sopra la porta, evidentemente protetta da un ponte levatoio, in pieno stile medioevale.
Forse la vostra fantasia potrà più della migliore delle guide.
Graziano Rinaldi