Siamo abituati a considerare l’Elba come meta di vacanza, spiagge, mare, camminate, bike, che sono ovviamente le maggiori attrattive del luogo ma è un territorio non molto conosciuto per la sua vocazione agricola che nel passato, insieme alle miniere e all’estrazione del granito, era una dei punti di forza dell’economia. Basti pensare che adesso la superficie coperta dalla vite è un decimo di quella degli anni ’30.
Adesso la vite viene coltivata per lo più in pianura mentre allora tutte le colline, che adesso sono macchia e bosco, erano terrazzate e la vigna disegnava il paesaggio.
A quell’epoca l’Elba era la terza zona produttiva della vite in Toscana, dopo il Chianti e la zona di Montalcino, ed esportava il mosto e l’uva sulla costa toscana e in Liguria con centinaia di chilometri di terrazzamenti che ricoprivano i rilievi collinari dell’isola. Con il boom del turismo degli anni ’60 l’attività agricola era diventata residuale e a supporto dell’economia familiare.
Dalla fine degli anni ’80 si è iniziato ad invertire questo ciclo, grazie anche alla presenza di persone che hanno creduto e investito nella qualità, all’apporto di enologi e agronomi che hanno trasformato il modo di coltivare e di produrre vini di buona qualità che hanno incontrato il gusto dei clienti, all’intelligenza di molti produttori elbani che hanno compreso l’importanza di puntare sulla qualità dei loro prodotti, sulla tenuta del territorio e del paesaggio dell’Isola.
Zappaday è una iniziativa ideata e realizzata da Antonio Arrighi con la complicità di Riccardo Galletti e famiglia per creare un’occasione per far conoscere ai ragazzi delle scuole medie le tecniche, gli strumenti e le tradizioni della coltivazione della vite che all’Elba ha avuto, ed ha ancora, tanta importanza nell’economia e nella cultura isolana. E’ stato un incontro dell’orgoglio dei vignaioli che si sono ritrovati in questa splendida giornata di inizio primavera nel podere Galletti nella Località Monte che sovrasta il golfo di Porto Azzurro di fianco al Monserrato.
Una festa dove i ragazzi sono stati invitati a provare lo zappone o il gaglione, come viene chiamato a seconda della latitudine nella quale ci troviamo o il corno, o guaglione, o ubbidiente! Ragazzi felici di passare una giornata all’aria aperta, ma ancora più felici gli zappatori e gli organizzatori per questa rievocazione che ha permesso di mettere in contatto diverse generazioni e di trasmettere l’amore per questa terra che tanto ha dato loro e alla quale loro hanno dato tantissima energia.
A conclusione pranzo sull’aia!
Valter Giuliani
Foto di V. Giuliani e Claudia Lanzoni