Da cinquecento anni, quando arrivi a Portoferraio, non puoi fare a meno di notare i poderosi muraglioni e i forti militari sulle due alture della città medicea, costruita intorno all’antico porto naturale del capoluogo dell’isola d’Elba.
Correva l’anno 1548 e il principe fiorentino Cosimo I Medici, decise di fortificare l’isola con una città che doveva rimanere inespugnabile, sia da mare che da terra.
I lavori furono progettati da illustri architetti e fatti a regola d’arte, in effetti Portoferraio, ribattezzata Cosmopolis in onore al principe Cosimo e per la sua vocazione cosmopolita, non fu mai espugnata.
Oggi, pagando un modesto biglietto d’ingresso, puoi visitare buona parte di queste antiche mura.
Oltre alla bella architettura militare e alla straordinaria vista, se verrai in maggio potrai godere di un altro spettacolo del tutto gratuito, secondo me gradevolissimo.
Le strutture militari sono costruite direttamente sulla parete rocciosa a picco sul mare, un vero e proprio prolungamento della scogliera, massicce in modo da resistere alle cannonate, si estendono in bastioni su più livelli, fino ai due forti che rappresentano la sommità e l’ultima difesa della fortificazione.
Gli spazi interni tra un bastione e l’altro sono diventati prati verdi che in primavera si riempiono di margherite, papaveri e altri fiori di campo.
Sulle potenti mura, proprio come su una scogliera naturale, potrai ammirare un vero e proprio giardino botanico involontario e per ora non catalogato, con una concentrazione di specie vegetali che difficilmente troverai in una così ristretta area di scogliera naturale.
Il trascorrere dei secoli, l’abbandono e il ricco impasto di calce e mattoni, hanno permesso la colonizzazione a molte specie vegetali tipiche delle rupi marittime e dei campi incolti.
E’ sorprendente veder uscire dalle mura fioriture così ricche e colorate, piante vistose come le violacciocche e le bocche di leone o minuscole come i delicati fiori dell’aglio orsino.
Fine maggio, inizi giugno è il momento della bellissima fioritura del cappero, ma non mancano veri e propri alberi che s’intrudono nelle fessure ed incredibilmente attecchiscono nonostante la scarsità di spazio, soprattutto le piante di fico che è possibile trovare anche sul terreno dei bastioni e che in piena estate offrono i loro frutti dolcissimi.
Ho visto anche piccole piante d’olivo e di alaterno uscire dalle mura con la disperata tenacia del pioniere.
Tra le specie non autoctone si trova, circoscritto in poche aree, il fico d’india; fortunatamente non è presente il mesembrantemo, pianta non indigena, strisciante, dalle foglie carnose e dai vistosissimi fiori fucsia che tanto piacciono ai fotografi, ma che hanno l’indelicata abitudine di sopraffare ogni altra pianta di scogliera.
I grandi architetti militari che hanno progettato le austere difese della città, mai avrebbero immaginato che qualcuno potesse frequentare questi spazi per la bellezza del luogo e la gentilezza delle fioriture.
Tutto cambia, qualche volta in meglio.
Graziano Rinaldi